San Biagio è una delle feste più caratteristiche di Gergei, che si celebra il 3 febbraio e che rinnova ogni anno la tradizione de “Su Sessineddu”. Anche questa festa come tante intrecciate con la tradizione pagana,  ha carattere propiziatorio, con essa, infatti, la tradizione popolare chiede al Santo una speciale protezione, contro i malanni dell’inverno, ed in particolare contro i mali della gola. Per l’occasione, nelle famiglie di Gergei si prepara “su sessineddu”, una composizione di frutta e fiori tenuti insieme dalle foglie lunghe e piatte del “sessini”, pianta tipica dei luoghi caldo-umidi e palustri, a cui si appendono fichi secchi, pezzetti di lardo e di salsiccia, un rosario fatto con la pasta e cotto al forno con il pane, grappoli di narcisi e “su cordonittu”, un cordoncino di lana ritorta di diversi colori, che in seguito sarà portato al collo per l’intero anno, come scapolare per proteggersi dalle disgrazie e dal mal di gola. Su sessineddu, il giorno della festa viene portato in processione da tutti, bambini ed adulti, e quindi in chiesa dove, alla fine della messa, viene solennemente benedetto dal celebrante. La sorprendente somiglianza de “su sessineddu” con il grappolo di giunchi e di melagrane tenuto in mano da un giovinetto raffigurato nella parete di una millenaria tomba ritrovata a Tebe, nell’alto Egitto, potrebbe far pensare ad un rito propiziatorio che viene da lontane regioni del Medio Oriente e che ha origini che si perdono nel tempo. I protagonisti di questa festa rimangono i bambini che assumono il ruolo di “obrieri” come parte attiva dell’intera organizzazione. “Su capobreri”, nominato quattro anni prima da un suo predecessore, nomina a sua volta il suo successore, che, quattro anni dopo, sarà il responsabile e l’organizzatore della festa. La sera della vigilia ci si ritrova intorno al falò preparato con la legna e le erbe aromatiche raccolte in campagna alcuni giorni prima, nel sagrato della chiesa, l’accensione avviene al rintocco delle campane a festa mentre vengono distribuiti i dolci tipici“is piricchitteddus”.