Il comitato elettorale di Francesco Pigliaru in via Bottego a Cagliari ha alzato le saracinesche delle vetrate alla prima luci dell’alba, di quel domani atteso per un mese intero quando ancora il centrosinistra sbrogliava la matassa della candidatura alla presidenza mentre per le altre coalizioni la corsa era già partita da mesi. Ci sono i primi collaboratori e le testate giornalistiche che prendono posto nella sala stampa e con l’inizio dello spoglio si rincorrono i primi numeri che faticano ad arrivare. La nuova legge elettorale e le istruzioni per i seggi non permettono di avere dati certi prima delle ore 12, solo il portale della regione Sardegna garantisce l’ufficialità dei numeri ma i volontari per Pigliaru hanno costruito una rete di rappresentanti di lista che dai seggi aggiornano in tempo reale i collaboratori di via Bottego. Intanto il comitato elettorale si popola. Nella sala dei volontari 2 vassoi di dolci ammortizzano la fame e la tensione concentrata sui portali istituzionali per il continuo aggiornamento. In un’altra sala Filippo Spanu coordinatore della campagna elettorale si divide tra computer e cellulare in un susseguirsi di proiezioni positive. All’esterno via Bottego iniziano ad arrivare i primi amici di Pigliaru e i tanti simpatizzanti che pensavano in un risultato certo già a fine mattinata. Niente da fare. Solo il 10% delle sezioni scrutinate con un distacco di 10 punti tra Pigliaru e Cappellacci fa ben sperare tanto che il segretario del Pd Silvio Lai dichiara che se il distacco fosse rimasto lo stesso al 30% delle sezioni sarebbe andato in tv ad annunciare la vittoria. Tempi strettissimi per i dirigenti di partito presenti che si alternano tra interviste e numerose telefonate per raccogliere più informazioni possibili dai quattro angoli dell’Isola. I voti di vantaggio aumentano e dalla sala dei volontari la voce di Giulia aggiorna a favore di telecamere il bollettino che porterà alla vittoria del centrosinistra, applausi e cori tra i flash e gli sguardi curiosi di chi non trova spazio all’interno della sede ed è costretto a stare sull’uscio al sole di una primavera in anticipo. C’è Renato Soru, Francesca Barracciu e Paolo Fadda, alcuni colleghi di Francesco Pigliaru in particolare il rettore Melis e il precedente Mistretta che hanno atteso l’arrivo del neopresidente all’esterno delle sede. Pranzo frugale a base di pizzette e focacce, salsiccia e formaggio per tutto, o meglio per chi ha fatto in tempo, vista l’alta densità di sostenitori presenti. “E Francesco dov’è?” si domandano in tanti. Pigliaru ha trascorso la giornata in famiglia, passeggiando al mare, lontano dalla diretta elettorale, ha preso il cellulare nel primo pomeriggio per rispondere alla telefonata di Ugo Cappellacci che nell’ammettere la sconfitta faceva gli auguri al nuovo presidente e a quella di Matteo Renzi per le congratulazioni. “Quando arriva Francesco?” ormai fuori dalla sede elettorale le auto non riescono a circolare e la polizia municipale è costretta a chiudere via Bottego al traffico. Pigliaru arriva alle 17 con la moglie dopo una lunga camminata che da via Roma l’ha portato a riceve il primo abbraccio dei volontari ancora con la pettorina rossa d’ordinanza e l’entusiasmo per una vittoria costruita giorno per giorno. Strette di mano, abbracci e sorrisi, cori e applausi animano via Bottego e la sede dove è troppo difficile arrivare nella sala allestita per la prima conferenza stampa. Riflettori puntati e microfoni aperti in una folla che, vista anche l’alta temperatura, toglie il fiato. “Farò quello che ho promesso in campagna elettorale- ha dichiarato in neopresidente- abbiamo vinto perché abbiamo presentato ai sardi una proposta credibile e realizzabile”. Tg nazionali e carta stampata prenotano le prima interviste in diretta, è un continuo squillare di richieste che verranno calendarizzate per le ore successive. C’è il tempo per un saluto allo staff interrotto dall’assalto dei fotografi e poi ancora interviste. Alle 19 scatta il piano dei volontari: tutti sulle scalinate di Bonaria per festeggiare. Pigliaru viene sottratto dai microfoni per un’ora e si concede ai sostenitori per un lungo brindisi, fotografie e attestati di incoraggiamento per il difficile compito che lo attende. Nel breve cammino dalle scalinate al comitato c’è ancora tempo per un’intervista telefonica prima di rimettersi sotto i riflettori. La serata del ventinovesimo presidente della Regione Sardegna termina con i volontari in un clima disteso e amichevole. Federica canta, Mirko vince la scommessa e Laura chiama il “rompete le righe” dei volontari. Scende la notte sul presente e si attende di iniziare il domani.