La IX Biennale Florence – manifestazione di riferimento globale, votata all’arte contemporanea – per oltre una settimana (30 novembre – 8 dicembre) ha avuto i riflettori puntati di critici, informazione, collezionisti  e soprattutto di un interessato universo di appassionati visitatori.

 

Per i tanti artisti, che considerano l’arte strumento etico, sociale e di “educazione dell’uomo” alla bellezza, è stato un prezioso ed importante test. Infatti la Biennale fiorentina, il cui tema “Etica: DNA dell’Arte”, ideato chiaramente per focalizzare l’attenzione sul binomio etica-estetica e riavvicinare la creatività artistica all’autenticità ed esperienze dell’essere umano, ha sviluppato un progetto “multanime, multiculturale e multimediale” di orientamento propositivo e critico per il nuovo millennio. Il Direttore artistico Rolando Bellini, nella giornata inaugurale dell’evento alla Fortezza da Basso, ha avuto modo di affermare, dialogando con i numerosi giornalisti presenti, che “senza gli artisti non ci sarebbero le esperienze al di là dei confini ordinari del mondo”.

 

E di artisti, nel corso di 18 anni di manifestazioni, la Florence Biennale ne ha coinvolti più di 5mila da 80 nazioni. Personalità straordinarie di geniali creativi ed intellettuali alla ricerca di quell’armonia che ha radice nel Rinascimento; artisti che con la sensibilità attuale stimolano dialogo estetico, concettuale e neo-umanistico fra arte e cittadino. Numerosi e interessanti gli artisti emergenti, con un’età media di quarant’anni, che a Firenze hanno rappresentato i paesi orientali e dell’America latina: visioni artistiche dai tratti e legami caratteristici delle tradizioni e fermenti interpretativi originali del rapporto con la natura e i suoi significativi simbolici.

 

 Successo personale, con consensi di critica e stampa che ne confermano la valenza artistica nel panorama pittorico contemporaneo, per la sarda Maria Aurora Pintore. Nove da Firenze (dal 1997 il primo giornale on line di Firenze), con un articolo a firma di Niccolò Lucarelli, pubblicato domenica 1 dicembre 2013, ha evidenziato con estrema ed assoluta chiarezza che, nella rassegna fiorentina, “A tenere alto il nome dell’Italia” – di un Occidente ancora nella fase artistica dell’intossicata società post-industriale – è stata principalmente “Maria Aurora Pintore, il cui universo pittorico affonda le radici nella tradizione dei Primitivi, accostandovi però suggestivi echi di Modigliani, De Chirico e Picasso.

 

Alla ricerca estetica, se ne aggiunge un’altra concettuale, votata a temi quali la maschera, o la maternità, la famiglia, la natura. Una produzione artistica che costituisce un vero e proprio percorso di vita, stimolo a guardare il reale con nuovi occhi, non dimenticando le proprie radici. Ne è un esempio The Blue Shawl”. Infiniti anche i positivi messaggi di appassionati visitatori, registrati dalla valida artista Maria Aurora Pintore nello spazio espositivo della Fortezza da Basso, a significare rappresentative e condivise opere, sempre capaci di emozionare e che non lasciano mai indifferenti, per l’alto ed ampio senso di universalità, profondità di sentimenti ed idealità che animano l’arte contemporanea.