L’Università di Milano-Bicocca ha conferito questa mattina la laurea magistrale honoris causa in Psicologia dei processi sociali, decisionali e dei comportamenti economici al musicista Paolo Fresu.

La laurea a Fresu è stata assegnata “Per aver dedicato la sua arte alla promozione della cultura nelle comunità e nei gruppi della sua terra, attivando le relazioni sociali che si pongono a fondamento della convivenza; ha così favorito il benessere di tali collettività, benessere che dipende da fattori psicosociali e non solo da fattori economici. Fresu ha dimostrato così la potenza comunicativa della musica, in quanto forma simbolica, coniugando in un rapporto originale e fecondo il jazz e la cultura folklorica sarda”, si legge nella motivazione del conferimento.

La cerimonia, cui hanno presenziato i sedici direttori dei dipartimenti dell’Ateneo, si è svolta in un’affollata Aula Magna e si è aperta con i saluti del Rettore, Marcello Fontanesi, e del direttore del dipartimento di psicologia, Paolo Cherubini, seguiti dall’intervento del professor Francesco Paolo Colucci, docente di psicologia sociale, che nel suo intervento Musica, Jazz e Psicologia Sociale ha detto: “il conferimento di una Laurea Honoris Causa in Psicologia a un musicista jazz che si occupa anche di musica folklorica potrebbe apparire una bizzarria a chi non conosce la nostra disciplina e la sua storia. Infatti, alcune importanti radici della psicologia sono intrecciate con la musica e, ancor più, con la musica folklorica”.

Nella laudatio che ha preceduto la lezione magistrale del neo-laureato, Eraldo Paulesu, docente di psicologia fisiologica ha ripercorso vita e carriera del musicista di Berchidda e ha affermato: “Fresu è stato premiato per la sua arte molte volte. Viceversa nostra intenzione, intenzione del Senato Accademico e del Magnifico Rettore, è stata quella di premiare prima di tutto l’operatore culturale”.

“L’innovazione – ha detto a sua volta il rettore Marcello Fontanesi – che è uno dei valori fondanti della nostra Università, passa anche attraverso la cultura e la musica”.
“Produrre cultura – detto Paolo Fresu nella lectio intitolata L’impossibile possibile – non significa solo generare economia, ma promuovere l’uomo, prima ancora di ciò che egli produce. Pensiamo all’enorme numero di giovani che leggono, scrivono, dipingono, fotografano, vanno a teatro, suonano o recitano e scoprono il mondo attraverso l’arte. Giovani che non solo scoprono la realtà grazie ai linguaggi creativi ma che, attraverso questi, vedono il mondo (e i suoi problemi) con lucidità e sgombri dai pregiudizi e dagli steccati che l’architettura della società odierna ci impone. Sono loro i giovani del futuro. Quelli che dovranno cambiare le regole e che avranno il compito di tracciare strade meno tortuose di quelle attuali. Cultura è sinonimo di conoscenza laddove il fine è nobile e utile alla crescita della società e, dunque, del Paese”.

Fresu ha concluso la sua lectio con la perfomance musicale A solo, concerto per tromba, flicorno, e multi effetti. Una sorta di piccolo compendio tascabile di storia della musica nel corso del quale i suoni preregistrati delle sordine e delle trombe hanno incontrato quelli ‘live’ in un viaggio all’interno della storia e delle geografie passando dalla polifonia sarda al Viêtnam, dai suoni classici degli archi a Miles Davis, dalla trance Gnawa alla poesia del suono continuo attraverso l’elettronica esaltando l’emozione e l’intimità.

Tra il pubblico che ha seguito la cerimonia in Aula Magna, peraltro interamente trasmessa in live streaming sul sito unimib.it, c’erano, fra gli altri, Ornella Vanoni, Caterina Caselli, il neo-assessore alla cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno.
Per l’occasione, negli spazi dell’Ateneo antistanti l’Aula Magna, è stata anche allestita una mostra, dal titolo “Time in Jazz. Una terra in musica” che, attraverso un percorso di immagini e video, racconta i venticinque anni del festival di Berchidda e ne ripercorre la storia attraverso manifesti, locandine, brochure e filmati d’autore come il documentario “Sonos ‘e memoria” del regista Gianfranco Cabiddu, presentato alla 52esima edizione del Festival di Venezia, in cui musiche di Paolo Fresu accompagnano immagini della Sardegna dagli anni ‘30 agli anni ‘50.