Ogni storia è intrecciata ad un luogo ed ogni luogo racconta di coloro che lo vivono. Perché gli abitanti sono parte inscindibile della storia di quel luogo, in cui ancora si narrano favole antiche di piccole case fatate e fortezze di arcaici guerrieri. Dal principio solo terra e cielo, rocce e tanche, sole e vento ad accompagnare il lento scorrere della vita. I giorni avanzano superando i secoli, e si trascinano dietro storie dense impossibili a dirsi tutte, eppure impresse nel cuore aperto e generoso di una comunità. E Thiesi non dimentica chi lo ha attraversato, per sempre o magari per un istante, cento anni fa o forse ieri.

 

Situato a cavallo tra il Logudoro e il Mejlogu, in un contesto naturale di lievi colline alternate a profonde vallate, il paese di Thiesi si adagia su un basso pianoro calcareo, alle pendici orientali dell’altopiano Su Montiju. L’ambiente naturale, ricco di vegetazione e di affioramenti basaltici, propone piacevoli e rilassanti itinerari tra i boschi di Su Padru, Sa Tanca e Santu ’Ainzu e quello lungo le sponde del lago Bidighinzu. Fin dall’XI secolo il piccolo centro è menzionato col nome di Tigesi, dicitura con la quale compare anche nel condaghe di San Quirico di Saure, allegato a quello di San Pietro di Silki. L’etimologia del nome dovrebbe derivare dall’aggettivo sardo tiesu, che significa disteso o esteso, mentre per lo Spano è da riferirsi al termine fenicio bethiezi, casa della mia fortezza.

 

Le attestazioni archeologiche testimoniano la presenza dell’uomo in questa zona a partire dall’età neolitica, epoca a cui risalgono le numerose domus de janas. Splendido il complesso di Sa Petraia, coi suoi molteplici vani funerari, e quello di Mandra ’Antine, caratteristica per la presenza di una tomba dipinta, pregiato esempio di architettura ipogeica in Sardegna. In prossimità del lago Bidighinzu sorge invece il protonuraghe Fronte Mola, originale edificio a pianta rettangolare. La grotta di monte Majore riporta invece al fascino misterioso della vita preistorica nelle caverne. I numerosi rinvenimenti di epoca romana, medioevale e rinascimentale anche all’interno dell’abitato, ne testimoniano l’ininterrotta esistenza dal periodo della dominazione di Roma. Secondo antiche fonti infatti Thiesi sarebbe stata fondata da un gruppo di Ebrei deportati in quest’area dai Romani.

 

Il suo impianto urbanistico si è modificato nel corso dei secoli sviluppandosi lungo due distinte aree: la prima attorno alla chiesa parrocchiale, la seconda attorno alla seicentesca chiesa di Sant’Antonio. Fino a poco tempo fa la forma del paese ricordava quella di un triangolo, ai cui vertici erano posti il santuario della Madonna di Seunis, il convento con la chiesa di San Sebastiano e la chiesa di San Giovanni. Secondo una leggenda questi Santi protettori impedirono la penetrazione a Thiesi della peste e del colera propagate da due diavoli, mentre i paesi vicini ne furono contagiati. Il centro storico, in cui si intravedono ancora reminiscenze medioevali, occupa la zona circostante la chiesa di Santa Vittoria, bellissimo esempio di gotico-aragonese eretto all’inizio del 500. Durante il 600 si sviluppò l’edilizia signorile, concentrata prevalentemente lungo la via Vittorio Emanuele, detta “rione de sos cavaglieris”. Passeggiando lungo il corso, ancora oggi è possibile ammirare quel che resta di queste lussuose dimore.

 

All’interno del paese sono presenti altri importanti monumenti: la torre spagnola, trasformata in prigione ducale e, nel 1800, in carcere mandamentale, la chiesa di Santa Croce, eretta nel 1600, quella di San Filippo e San Sebastiano, risalenti al 1700. Ulteriori edifici di pregio sono il Monte Granatico, il palazzo comunale e l’asilo infantile. Sin dall’antichità Thiesi ha goduto di un habitat ideale per l’insediamento umano e per l’affermarsi di primarie attività, quali le colture e il pascolo. Piccole realtà contadine, che producevano in funzione del proprio sostentamento, si sono ingrandite e rafforzate nel tempo, dando vita ad un vero sistema economico industriale, che fa da perno all’attuale economia del paese. La produzione lattiero-casearia e l’esportazione di prodotti tipici, come il pecorino romano, rappresentano il settore più importante, quello per cui Thiesi è ben noto in Sardegna ed anche oltre mare. Di notevole interesse la produzione artigianale di articoli derivati dalla lavorazione di pelli, lana e legno e dalla tessitura.

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L’immagine del paese intorno al 1960 veniva così descritta in una cronaca dell’epoca: “I Thiesini si sono dati subito ad altro lavoro: raccolta di pelli (tutte le pelli della provincia finiscono a Thiesi) e l’industria dei caseifici sempre fiorente. Il paese si è arricchito di ben attrezzati stabilimenti moderni e di negozi di ogni genere, dando al visitatore l’aspetto di un paese agiato e in continuo progresso”. L’ambito culturale non è marginale, in una comunità come quella thiesina in cui arte, storia e tradizione vengono valorizzate e tutelate con orgoglio e profonda passione. Imperdibile appuntamento per i tanti appassionati di poesia in lingua sarda è il Premio Seunis, fondato e diretto con impegno e dedizione da Antonio Serra.

 

Un progetto che vedrà presto realizzazione è quello del museo intitolato al grande Aligi Sassu. La genialità della sua arte pittorica ha lasciato tracce indelebili nel paese. All’interno della sala a lui dedicata, presso la biblioteca comunale, si trova un suo splendido murales raffigurante “I Moti Angioini”. L’immagine rappresentata si rifà ad un avvenimento storico importante per la comunità locale: la ribellione contro il dominio feudale, nota come S’annu de s’attaccu. Per placare la feroce rivolta, nel 1800 il governo fu costretto ad inviare l’esercito che espugnò il paese dopo una vera e propria battaglia dura e sanguinosa. Il filo della memoria si dipana veloce, ma non si spezza mai nelle piccole comunità, in cui il sapore dei vecchi ricordi ha un gusto familiare e rassicurante a cui è difficile sottrarsi. I colori accesi e caldi di Aligi Sassu raccontano di una terra che, da bambino, lo ha accolto e amato e ancora, a braccia tese, invita a fermarsi un attimo a respirare un dolce profumo di casa, chiunque tu sia.

 

Aligi Sassu

Di origine sarda ma milanese di nascita, nel 1921 Sassu si trasferisce con la sua famiglia a Thiesi, dove il padre Antonio apre un negozio. Lì il giovane Aligi frequenta la scuola elementare e conosce i cavalli, che diventeranno poi il suo marchio. Trae ispirazione dai paesaggi e dai colori della Sardegna, che permeeranno sempre la sua pittura, e ritrae scene della vita contadina e marinaresca dell’isola.

 

Angelo Tarantini

Angelo Tarantini, nato nell’isola de La Maddalena ma residente a Thiesi, prese parte all’impresa dei Mille. Ricordato per le sue gesta tra i garibaldini, rientrò in Sardegna dopo aver lasciato l’esercito. Si sposò con Antonia Fadda, nativa del paese, e visse a lungo a Thiesi esercitando la professione di negoziante. Recentemente il Comune ha promosso una pubblicazione a lui dedicata, in collaborazione con La Maddalena.

 

La Madonna di Seunis

Un po’ fuori dal paese, su una roccia che domina la valle del rio Molinu, si trova il santuario della Madonna di Seunis, costruito nel 1700. Secondo la tradizione un contadino, mentre arava il suo campo, trovò una cassetta al cui interno era custodita la statua di una Madonna e, in seguito alla scoperta, offrì il suo campo per costruire un santuario a lei dedicato. L’antica statua è conservata all’interno della chiesa. La festa, molto sentita dalla popolazione thiesina, si volge il 7-8 e 9 settembre.