CALENDULA (Calendula officinalis L.).

Fam: Compositae.

 

A Escalaplano: Sicìa Mossa.

A Ghilarza: Concuda.

Nel Campidano: Frori de dogna mesi.

Nella maggior parte della Sardegna: Frore de cada mese, Erba de frore o de froris.

In Italia è chiamata Fiorrancio, Calta, Garofano di Spagna.

 

 

È molto facile descrivere la calendula; i suoi timidi fiorellini sono una delizia per la vista in questo mite inverno e in questo inizio di primavera! Basta uscire dalle nostre case e, senza neppure andare in aperta campagna, possiamo vederla ai nostri piedi nei tappeti verdi d’erba e di fiorellini di un giallo arancio. Il profumo dei suoi fiori è gradevole all’inizio della fioritura ma sgradevole a fioritura avanzata.

 

È largamente diffusa, allo stato spontaneo, nelle regioni mediterranee. Le sue infiorescenze scandiscono il trascorrere della stagione dai primi tepori del tempo a fine autunno e poiché durano un mese hanno originato il nome della pianta da calende, appellativo con il quale i romani definivano il primo di ogni mese, ma anche seppur di rado, il mese intero.

 

È una pianta erbacea perenne e viene coltivata per l’utilizzo del fiore nel settore cosmetico ed erboristico. È molto diffusa come pianta ornamentale. Questa pianta tende ad autoseminarsi con grande facilità, quindi una volta messa a dimora si potrà avere un’aiuola ricca di calendule ogni anno.(C’è da restare stupiti di fronte al miracolo della vita vegetale!)

 

Ha foglie lunghe lievemente dentate, capolini color giallo pallido che danno alla maturazione frutti di 3 forme: grossi e verdi, alcuni ricurvi e dotati ai bordi di larghe ali. L’altezza della varietà selvatica(arvensis)è di circa 30 centimetri. La calendula selvatica e quella coltivata hanno le stesse virtù, ma tuttavia qualche differenza esiste: la campagnola è più odorosa rispetto all’altra e la varietà coltivata è più ricca di petali (che, per i botanici, sono veri e propri fiori).

 

È una delle migliori erbe per la cura locale delle affezioni cutanee; è utile nelle ferite di lenta guarigione e nelle ulcere cutanee. Ha una notevole azione antimicotica(funghicida)e si può usare sia internamente che esternamente.

 

Parti utilizzate: sommità fiorite (capolini) e le foglie.

Raccogliete i fiori e le foglie al mattino, prima che la bella fioritura arancione sia completa. Usateli freschi o fateli seccare subito all’ombra in un luogo ben ventilato per non alterare il colore dei petali; Conservarli in sacchetti di tela e al buio in contenitori di vetro.

 

Componenti principali: olii essenziali-triterpeni-flavonoidi- poliacetileni-caroteni-xantofille-calendulina-ecc.

 

Indicazioni terapeutiche per USO INTERNO:

– irregolarità del ciclo mestruale (amenorrea, dismenorrea).

– ulcere gastriche e duodenali

– epatocolecistopatie

– epistassi

 

USO ESTERNO:

– contusioni, piaghe, ustioni, ulcerazioni, ferite, edemi, geloni, varici ulcerate

– dermatosi eritematose varie (rosacea, acne, eritema solare)

– gengivo-stomatiti, afte

– punture d’insetto

 

Posologia: per uso interno 30-40 gocce di tintura madre diluite in un po’ d’acqua mattino-pomeriggio e sera.

 

È utile l’infuso (un cucchiaio di fiori in una tazza di acqua bollente, lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e berne 2-3 tazze al giorno), il decotto (portare a bollore 1 litro d’acqua, aggiungere 30 grammi di fiori e foglie, bollire per un quarto d’ora, filtrare e usare a secondo della necessità).

 

La calendula merita tutta la fiducia delle donne. Dalle giovani alle signore vicine alla menopausa, tutte ne trarranno vantaggi per regolarizzare i cicli mestruali: causarne la ripresa in caso di arresto irregolare o ridurne il flusso in caso di emorragie eccessive. Una buona cura iniziata la settimana precedente la data normalmente prevista per l’inizio della mestruazione, vi darà la sicurezza di superare senza difficoltà questo delicato periodo. Per uso esterno utilizzare la tintura madre pura o diluita, la crema, l’unguento o l’olio di calendula.

Posso consigliarvi qualche ricetta casalinga di grande utilità?

 

Per le mani screpolate: gettate una manciata di fiori di calendula in una bacinella d’acqua caldissima. Lasciate intiepidire. Immergetevi le mani soffregandole con i fiori una decina di minuti. Pochi trattamenti faranno scomparire le screpolature e restituiranno alle vostre mani un’epidermide sana e vellutata.

 

Per i calli e i geloni: applicate sui calli più volte al giorno e per più giorni compresse di garza imbevute di tintura di calendula, diluita in 10 parti d’acqua, oppure due cucchiaini di succo, ottenuto spremendo piante fresche, bolliti alcuni minuti con un po’ di burro. Applicazioni anche su ulcere, piaghe, ecc.

 

Collirio: 10 fiori di calendula e 10 di fiordaliso in mezzo litro d’acqua calda. Lasciare 15 minuti in infusione quindi filtrare e fare lavaggi oculari.

 

Bagno decongestionante e idratante: preparare un sacchetto di tela fine pieno di fiori e foglie secche, appenderlo sotto il getto dell’acqua calda, usarlo per massaggiare il corpo quando è insaponato, preferibilmente con un sapone alla calendula acquistato in erboristeria.

 

Per gli arrossamenti della pelle, per gli eritemi solari e per le scottature: in mezzo litro di olio di girasole spremuto a freddo far bollire a vapore 5 cucchiai di fiori di calendula. Togliere dal fuoco e lasciar macerare per 5 giorni, mescolando ogni tanto. Filtrare, spremendo bene i fiori. Unire 50 ml di olio di iperico.

Spalmare due volte al giorno come antinfiammatorio cutaneo. È eccellente.

 

In cucina: le foglie fresche si uniscono a minestre, antipasti di verdure, salmì, brasati, sughi e all’aceto.

 

Una manciata di petali di fiori guarniscono piacevolmente un piatto d’insalata mista conferendole virtù depurative del sangue e stimolanti: ottima per intossicazioni del fegato e disturbi circolatori.

 

Qualche curiosità: Le corolle contengono calendulina, dal forte colore giallo.I contadini usavano i petali di questi fiori tritati col sale per colorare di giallo burro e formaggi; sempre i petali venivano utilizzati per falsificare lo zafferano. La calendula è una pianta solare. I suoi fiori che sembrano dei piccoli soli si aprono al mattino, quando sorge il sole e si chiudono al tramonto o nei giorni nuvolosi; per questo veniva chiamata barometro dei poveri.