Aglio 

(fam. Liliacee)

A Nuoro: appara, azu

In Campidano: allu de carroga, porru de campu

A Sassari: agiu, allu, agliu, apara

 

 

Nella nostra isola abbiamo diversi tipi di aglio selvatico. I più frequenti sono:

Allium triquetrum, a. rotundum, a. roseum, a. nigrum, a. subhirsutum. Queste varietà possono essere utilizzate in cucina, benché non tutte abbiano le stesse proprietà terapeutiche dell’aglio coltivato (allium sativum): generalmente non si coltivano ma ci si limita alla raccolta dei germogli primaverili o dei bulbi nei mesi estivi. Le foglie, gli steli e i bulbi teneri raccolti in primavera si consumano freschi nelle insalate, nelle frittate, nelle zuppe o cotti insieme alle carni, proprio come si fa con l’aglio coltivato.

 

I bulbi maturi, raccolti all’inizio dell’estate, si conservano facilmente anche per mesi, se sono stati prima essiccati e, come l’aglio comune, saranno utilizzati in cucina nelle stagioni successive. Tutte le parti della pianta, nelle specie selvatiche, hanno proprietà curative; allo stesso modo la varietà sativum  (questo termine può essere una contrazione della parola latina seminativum -“che si può seminare, coltivare”). Il nome allium pare sia derivato dalla parole celtica “all” che significa “caldo”, “bruciante”. La pianta è perenne e possiede un bulbo composto da numerosi bulbilli, chiamati spicchi, avvolti da una membrana comune. Le foglie sono dure, dritte, ruvide al tatto. I fiori sono riuniti a ombrella, bianchi, bianco-rosati o verdastri.

 

Tutta la pianta contiene:

– un olio essenziale, particolarmente concentrato nel bulbo: è composto da diversi solfuri (sali di zolfo) e dal glucoside alliina, inodore, che si trasforma in allicina (odore tipico) instabile, la quale a sua volta si trasforma in disolfuro di allile. I preparati inodori di aglio sono ottenuti bloccando la trasformazione dell’allicina.

 

– tiocianato di allile con proprietà ipotensive, fosfolipidi, garlicina con proprietà antibiotica, vitamine del gruppo B, vitamine A e C.

 

Che dire di questo laboratorio chimico naturale? Hanno ragione i fitoterapeuti: l’aglio non è un alimento ma una vera e propria pianta medicinale. Molti sono stati gli studi compiuti sui suoi effetti per scoprirne i segreti: ma l’azione dell’aglio, come quella di tutti gli altri fitofarmaci, non è dovuta sicuramente ad un unico principio attivo. Non è infatti solo un principio chimico ad agire, ma l’energia vitale che solo la pianta intera possiede, completa di tutte le sue parti.

 

La sua attività farmacologica: antisettica e batteriostatica, vermifuga, fluidificante ed espettorante, leggermente ipoglicemizzante, blandamente ipotensiva, antiaggregante piastrinica, ipocolesterolemizzante, antitrombotica.

 

Indicazioni terapeutiche: malattie infettive, preventivo dell’influenza, bronchiti croniche di tipo mucopurulento, ipercolesterolemia, aterosclerosi, ipertensione arteriosa, diabete, dissenteria.

 

Posologia: 20-30 gocce di Tintura madre in poca acqua dopo i pasti oppure 1-2-capsule al giorno di estratto secco.

 

Approfittando della sua bontà e della capacità di insaporire qualsiasi cibo, usate l’aglio nella vostra alimentazione quotidiana in quelle dosi che la natura ci ha preparato: gli spicchi. Uno o due spicchi, come gocce di un efficace farmaco, inseriti nei pasti quotidiani ci proteggeranno da molte malattie che affliggono la nostra epoca. È un rimedio polivalente, molto apprezzato nella medicina tradizionale e usato anche dall’industria farmaceutica odierna.

 

Le prime notizie che abbiamo circa i sistemi di coltivazione e l’uso dell’aglio ci provengono da Erodoto; egli ci riferisce che sulla piramide di Cheope furono iscritte in caratteri egiziani le grandi somme spese in aglio e cipolle che servivano a nutrire gli schiavi durante la sua costruzione. Erano cibi idonei a sopportare le grandi fatiche e a conservarli sani e vigorosi. Anche i Greci furono grandi consumatori di aglio e, benché lo denominassero con l’aggettivo “fetido”, esso era senz’altro uno dei condimenti più usati sia per l’aroma, sia per le sue proprietà. Durante le Olimpiadi gli atleti ne mangiavano uno spicchio prima di affrontare le prove e ai lottatori si garantivano forza ed energia nutrendoli con l’aglio.

 

Un ultimo affascinante potere dell’aglio ci viene suggerito addirittura dall’Odissea: nel Canto X, Mercurio, apparendo a Ulisse sotto forma di giovinetto, sradica una pianta di aglio e gliela offre, esortandolo ad usarla per proteggersi dai filtri della maga Circe e per difendersi dai suoi malefizi.

 

L’uso dell’aglio è controindicato alle persone che soffrono di iperacidità gastrica, infiammazioni gastroduodenali, renali e nell’ipotensione; può inoltre esacerbare dermatopatie preesistenti. Non è gradito ai lattanti perché conferisce al latte un gusto sgradevole.

 

Per ovviare al cattivo gusto che l’aglio lascia in bocca, e conseguentemente all’alitosi, ecco alcuni suggerimenti:

 

–         masticate un po’ di sedano crudo o prezzemolo e sputatelo subito dopo;

 

–         sciacquate la bocca con acqua e limone;

 

–         masticate foglie di menta o eucaliptus;

 

–         masticate qualche chicco di caffè;

 

oppure fate ingerire aglio anche al vostro partner.