4 120x84 Bambino CCI13022017 0002 DSCN0535 IMG 1298 IMG 4022 janas 5Le caras de pedra di Nanni Senes sembrano figlie dei giganti di Monti Prama. Ho visto quattro anni fa, per la prima volta, le sue opere ­­– quei visi di pietra simboli di una storia millenaria – e mi sono permesso di suggerirgli che il suo percorso artistico deve proseguire su quel cammino.

Nelle sue tele, realizzate con tecnica mista, le caras de pedra sono immobili, eppure “quelle facce” non sono prive di espressione, perché non è vero che in Sardegna le pietre sono mute. Altro che se parlano, basta soltanto saperle ascoltare. E allora mettetevi vicino e guardate con attenzione quei volti di creta, fieri e malinconici, che Nanni Senes (laboratorio a Pozzomaggiore e studio a San Teodoro) evidenzia con segni marcati, quasi estraendoli dai paesaggi che raccontano la campagna sarda o gli angoli più nascosti di uno dei tanti paesi inesorabilmente destinati a spopolarsi.

Osservateli con attenzione, quegli uomini, mentre siedono a prendere il sole davanti a un muro scrostato di un’abitazione vuota, o attraversano una via deserta, e vi sembrerà di scorgere, in quei dipinti, tante storie antiche e recenti di una terra piena di solitudini e di magia.

Stupiscono anche i suoi ultimi lavori che da oltre un anno dedica ai Migrantes: sono donne, uomini e bambini in viaggio verso mondi lontani, a volte sconosciuti, in cerca di un domani migliore. Non ci sono certezze nei volti di quegli uomini che si muovono con la bisaccia o la valigia di cartone riempita solo di qualche indumento, speranze e sogni in abbondanza: non serve altro per partire da luoghi intrisi di povertà e di miseria e sfidare l’ignoto. E così quei dipinti, sempre più drammaticamente attuali, richiamano immancabilmente gli sguardi, gli umori, i timori e le sofferenze di tanti nostri corregionali che fuggivano per un lavoro lontano, in cerca di una via di salvezza.

L’artista conosce la realtà, è dentro di essa e la racconta con i suoi colori e con una sorprendente sensibilità: il risultato – che talvolta diventa denuncia– è davvero di grande impatto.

Ma non c’è soltanto pittura nell’arte di Nanni Senes.

A volte, il suo sguardo si posa oltre la classica tela. Così possiamo ammirare i suoi scialli vivacissimi, tanto apprezzati dai turisti che in estate popolano la Gallura e in particolare le spiagge di San Teodoro: quei tessuti leggeri dipinti a mano, che diventano pezzi unici, sono perlopiù dedicati alle janas, le misteriose fate i cui racconti hanno popolato l’infanzia di generazioni di uomini. Allora sembra di tornare indietro nel tempo, agli anni dell’infanzia più lontana in cui la gente, anche quella del paese più sperduto, aveva voglia di incontrarsi e di parlare.

Pure in queste sue scelte, Nanni Senes si conferma artista originale e sensibile che ama dipingere soltanto perché spinto dal desiderio profondo di voler raccontare storie. E, chissà se, un giorno, ammirando le sue tele, non possiate trovare anche la vostra di storia: quella di uomini fortemente attaccati alle radici di una terra meravigliosa e, a volte, malinconica, ma che non vuole dimenticare il suo passato.

 

Tonino Oppes