Nella pittura di Angelo Maggi c’è prima di tutto la donna.

Magica ed essenziale, malinconica e fiabesca. Ha quasi sempre gli occhi chiusi, sognanti. Ma la cosa che colpisce di più in questo singolare e bravo artista sassarese è l’armonia interiore delle sue figure.

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Sono sempre belle, le sue donne: di una bellezza quasi idealizzata e antica, forse la stessa che ha ispirato l’arte fiamminga e quella barocca. I loro volti sembrano Madonne, parte di un grande affresco che il tempo non ha consumato, anzi ne esalta la qualità e aggiunge valore magico al dipinto.

A guardarle con attenzione, le donne di Maggi sembrano riservate e amanti della solitudine. Eppure… Osservatele bene. Sono sempre truccate. Non rinunciano mai al rossetto o a un po’ di colore sugli zigomi: ma sono le uniche e piccole vanità che concede loro l’artista.

“Sì, le donne che io dipingo, mi dice mentre ci troviamo nel suo studio a Sassari, sembrano fragili e primitive, umili, ma nascostamente amano farsi corteggiare. Conoscono la forza della loro bellezza che io cerco solamente di esaltare. Ecco questa sei tu, sussurro all’opera mentre dipingo e la guardo intensamente dopo averla liberata della sua primitiva timidezza”.

Volti di narrazioni, tipicamente mediterranei, occupano quasi tutte le tele.

La magia domina ovunque, nei quadri grandi e piccoli. Lunghezza e larghezza sono soltanto pretesti sui quali costruire un effetto scenografico. Quello che conta è esaltare l’armonia interiore della donna. Basta guardare i suoi ultimi lavori realizzati in occasione di una recente mostra al teatro Verdi di Sassari e ispirati ad altrettante opere teatrali o liriche di grande notorietà, come la Turandot di Puccini, con i suoi occhi di ghiaccio, o la Carmen di Bizet, che ha il volto sognante della zingara andalusa.

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Comunque è sempre la donna al centro di una pittura antica e moderna, capace di suscitare grandi emozioni e che Angelo Maggi regala da oltre quarant’anni ai suoi numerosi estimatori che continuano a crescere nell’isola, ma soprattutto in Francia.

“La figura mi ha affascinato fin da studente, grazie al maestro Stanis Dessy che ho incontrato all’Istituto d’Arte di Sassari, dove ho frequentato il laboratorio di decorazione pittorica. Ho lavorato a lungo, mi dice, con una punta di orgoglio, come cartellonista pubblicitario. Poi è nato l’incontro con l’arte vera. Ed ecco le mie donne”.

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I volti delle sue donne sono sempre essenziali. Rappresentano ognuna il proprio mondo, e stanno spesso nascoste anche se viaggiano molto con il loro artista. Alla fine di settembre Angelo Maggi è appena rientrato dalla Francia. È reduce da un’altra mostra di grande successo a Cannes, città dove ormai è di casa e ha esposto ben cinque volte, dopo aver vinto il prestigioso premio Artistes du Monde.

Celebrando, anche in quella occasione, la bellezza. Che ha spesso il volto di donna. A volte quello sublime della Madonna.